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Diario del comandante. Le guarattelle napoletane in Portogallo.

Da quasi trent'anni calco le scene dei festival Internazionali di teatro ma l'emozione di andare in scena resta intatta. Tutto inizia con il viaggio, il taxi per l'aeroporto, il check-in del mio teatrino, ben nascosto in una custodia da chitarrista rock, beh lo ammetto, da piccolo volevo formare una band e ho fallito e ora viaggio con la mia band di legno e sono felice. I sogni, a volte, hanno solo forme diverse da come li avevamo pensati. Viaggiare è la parte più importante per me, mi concentro su quello che farò. Arrivo in Portogallo, piove. L'autista mi aspetta per portarmi in hotel. Lo spettacolo è al teatro municipale di Porto e inizierà alle 23 del giorno dopo. La giornata scorre veloce, tra un giro in città e un caffè  l'adrenalina sale e tutto è pronto. Il mio socio inseparabile Pulcinella sembra irrequieto, vuole andare in scena, gli presto il mio corpo e la mia anima e lui trasforma la mia voce. Un'ora e mezza di show fino al solito boato finale del pubblico. Resto solo nel camerino, dopo le foto di rito e il calore della gente. Sono stanco e piove ancora ma domani si riparte, l'Austria mi aspetta e devo ripetere il rituale, per sempre.

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